"Che acqua beviamo? Il viaggio sotterraneo dell’acqua di Lombardia dai ghiacciai alla pianura”
Che acqua beviamo? È la domanda a cui hanno dato risposta i tre qualificati relatori Maurizio Gorla, responsabile del settore Geologia del Gruppo CAP, Daniele Bocchiola, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, e Flavia Cornacchia, dirigente medico responsabile della struttura semplice di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’ospedale di Cremona.
Il geologo Maurizio Gorla, a partire dallo studio screening isotopico dei sistemi acquiferi lombardi effettuato da Water Alliance, ha dimostrato che l’acqua che scorre nelle reti degli acquedotti - la stessa che sgorga dalle fontanelle pubbliche e che beviamo dai rubinetti delle nostre case - è un’acqua antica che ha origine dalle piogge cadute tra 50 e 60 anni fa, dal nord della Lombardia, a una altitudine compresa tra i 500 e i 1300 metri s.l.m. Un’acqua che ha compiuto un lungo percorso sotterraneo viaggiando alla velocità di 1 km all’anno ovvero compiendo 2,5 metri al giorno; un’acqua protetta e priva di contaminazione antropica e batteriologica. Dalla ricerca, effettuata prelevando dai pozzi e dalle sorgenti 50 campioni di cui sei in ognuna delle province di Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza e Pavia e Sondrio, è risultato che le acque sotterranee delle otto sopraelencate province lombarde sono parenti cioè molto simili nella composizione minerale. Attualmente è in corso una ulteriore attività di monitoraggio che circa 120 campionamenti da realizzare a una profondità compresa tra i 100 e i 200 metri.
L’ingegnere Daniele Bocchiola ha invece posto l’accento sugli effetti che i cambiamenti climatici determinano sul ciclo dell’acqua. Una sfida epocale per l’urgente necessità di ridurre le emissioni di combustibili fossili, responsabili dell’aumento di anidride carbonica e dell’innalzamento delle temperature globali con le seguenti conseguenze: la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento di fenomeni piovosi brevi ma particolarmente intensi; la fusione dei ghiacciai, fondamentale e insostituibile riserva di acqua; la maggiore necessità di acqua per uso agricolo. Entro la fine di questo secolo, ha sottolineato Bocchiola, si prevede un innalzamento del livello dei mari fino a un metro e mezzo, che produrrà la sommersione di intere isole e di molte coste.
Il medico Flavia Cornacchia si è concentrato sulle caratteristiche dell’acqua del rubinetto, batteriologicamente pura, oligominerale, cioè con una quantità apprezzabile di minerali, e contenente il giusto apporto di calcio e magnesio, elementi nutritivi essenziali per l’uomo. La dottoressa ha poi sfatato alcuni luoghi comuni che, complice la pubblicità, condizionano spesso le scelte e le abitudini delle persone. In particolare, il contenuto di sodio e di calcio presente nell’acqua del rubinetto non compromette lo stato di salute. Il calcio presente nell’acqua di rete non favorisce la formazione di calcoli, così come spesso si sente dire, pertanto non è consigliabile “trattare” l’acqua utilizzando gli addolcitori.