Il Servizio Idrico Integrato della provincia di Cremona: una complessa attività industriale. Ma quanto costa l’acqua?
Acqua bene comune e primario, risorsa essenziale per la vita e per lo sviluppo sociale. Un dono la cui custodia è affidata alle società di gestione del Servizio Idrico Integrato che hanno il privilegio, ma anche il delicato compito, di preservare e rispettare la risorsa idrica dal momento in cui viene prelevata per essere poi potabilizzata e distribuita mediante la rete dell’acquedotto e, una volta utilizzata e sporcata dall’uomo, raccolta dal sistema fognario e trattata dagli impianti di depurazione, che restituiscono all’ambiente acqua pulita.
Acqua potabile come servizio per la collettività, per i cittadini, per l’agricoltura e per l’industria. Un servizio che Padania Acque garantisce quotidianamente, 24 ore su 24, con efficienza ed elevati standard qualitativi, alle 160mila utenze presenti nei 113 comuni della provincia di Cremona. Un servizio erogato dal gestore unico dell’idrico cremonese - affidatario dal 2014 con contratto fino al 2043 prorogabile dall’ente regolatore provinciale - che comporta spese e necessita di investimenti sostenuti in parte dalla tariffa regolamentata dalla Authority nazionale ARERA (Autorità di Regolamentazione per l’Energia, Reti e Ambiente), definita e approvata dall’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona (ATO).
La tariffa dell’acqua in provincia di Cremona si attesa tra le più basse d’Italia, con una media di 57 euro pro capite di investimenti, contro i circa 40 euro a livello nazionale, e soltanto il 25% di perdite di rete, contro il 28% (media del Nord Italia) e addirittura il 40-45% del centro-sud.
E la bolletta dell’acqua? Una famiglia, composta da tre persone, consuma all’incirca 200 metri cubi di acqua all’anno per una spesa totale di circa 345 euro, ovvero di circa 1,70 euro al metro cubo. Di tale importo complessivo il 51% è riferito al servizio acquedotto, il 36% al servizio di depurazione e il 13% al servizio fognatura. Le voci della bolletta, scomposte nei tre servizi sopracitati, prevedono delle modeste quote fisse di utenza (indipendenti dal consumo ma differenti per tipologia d’uso) quantificabili per una utenza domestica in euro 6,27 per il servizio acquedotto, in euro 4,18 per la fognatura e in euro 5,23 per la depurazione. Alla quota fissa si aggiunge la quota variabile (commisurata al consumo) e che solo per il servizio acquedotto viene calcolata, con metodo progressivo, sulla base di cinque scaglioni.
Il 1° gennaio 2018, con deliberazione nr 655/17, l’Autorità di Regolamentazione per l’Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha definito le nuove modalità di calcolo della tariffa dell’acqua tra cui una fascia unica per i servizi di fognatura e di depurazione, che per una utenza domestica è pari a 0,54 euro da moltiplicare per i metri cubi consumati.
A decorrere da questa data è attivo anche il bonus sociale idrico per le utenze cosiddette vulnerabili (con indicatore ISEE pari o inferiore ad euro 8.107,50 euro oppure con indicatore ISEE pari o inferiore ad euro 20.000 se con almeno quattro figli a carico) che prevede una tariffa agevolata per la tipologia di utilizzo domestico residente, calcolata sul numero dei componenti del nucleo familiare.
«Per contenere gli incrementi della tariffa del Servizio Idrico (acquedotto-fognatura-depurazione) – spiega l’Amministratore delegato di Padania Acque Alessandro Lanfranchi - è indispensabile una gestione efficiente, in grado di minimizzare i costi ordinari e investire il valore prodotto in infrastrutture idriche moderne, in grado di supportare il ciclo naturale dell’acqua. La risorsa idrica deve essere trattata per l’uso potabile e sanitario, deve essere recuperata attraverso un sistema fognario funzionante e depurata da tutti i residui inquinanti prima di essere restituita all’ambiente nei corpi idrici superficiali. Proprio la fase di depurazione è particolarmente importante: più è efficace il trattamento di depurazione e più di producono fanghi, sottoprodotti del trattamento delle acque reflue che contengono residui solidi organici ed elementi chimici quali minerali e metalli. Lo smaltimento dei fanghi di depurazione spesso viene associato ad un’attività negativa, di inquinamento dell’ambiente. Nulla di più sbagliato!
Lo smaltimento dei fanghi di depurazione è un’attività necessaria e fondamentale per non distribuire elementi inquinanti in natura e solo dopo un’attenta e puntuale analisi si decide la migliore tecnica di smaltimento da utilizzare (spandimento in agricoltura o termovalorizzatori).
La gestione dei fanghi incide molto nell’attività aziendale di Padania Acque, con un volume annuo pari a circa 15mila tonnellate e un costo di circa 200 euro a tonnellata quindi un costo medio annuo per abitante di euro 8,50. Padania Acque sta lavorando insieme ai gestori idrici regionali e nazionali per programmare e realizzare investimenti per il trattamento, il recupero e la riduzione dei fanghi prodotti, valorizzando la risorsa in tutte le fasi della filiera di utilizzo, dalla produzione alla destinazione finale. L’obiettivo di Padania Acque è quello di trattare l’acqua senza produrre rifiuti in ottica di tutela ambientale e di riduzione dei costi. Per il prossimo futuro occorre agire parallelamente su due piani: da una parte, destinare allo spandimento agricolo soltanto i fanghi di ottima qualità e dall’altra valorizzare i fanghi con un contenuto importante di materie prime da utilizzarsi per produrre energia oppure come risorsa di altre filiere produttive, in modo che solo una parte residuale di essi venga destinata alle discariche o smaltita dagli inceneritori».