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Padania Acque interviene a Ecomondo di Rimini per parlare di fanghi di depurazione

Il tema del recupero e dell’utilizzo dei fanghi di depurazione risulta centrale per lo sviluppo della Green e Circular Economy. Utilitalia, Water Alliance – la rete delle otto aziende pubbliche dell’idrico lombarde di cui fa parte anche Padania Acque- Confeservizi Lombardia e i principali gestori del Servizio Idrico Integrato del territorio nazionale, si sono dati appuntamento alla fiera Ecomondo di Rimini per condividere esperienze e obiettivi industriali della gestione sostenibile dei fanghi di depurazione.

Alessandro Lanfranchi, Amministratore delegato di Padania Acque e coordinatore del settore “Acqua” di Confservizi Lombardia, ha condotto un momento di confronto a cui hanno partecipato Andrea Aliscioni, Direttore della Divisione Servizio Idrico Integrato di MM Milano, Paolo Franco, Presidente di Uniacque Bergamo e Consigliere di Regione Lombardia, Francesca Portincasa, Direttore Operativo di Acquedotto Pugliese, Pier Paolo Piccari Ricci, Responsabile Materie Biodegradabili e Gestione Fanghi del Gruppo HERA, Laura Bonomi, rappresentante in Lombardia della Federazione europea per il riciclo in agricoltura, e Claudio Ciavatta, docente del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari della Università di Bologna.

«Ogni volta che utilizziamo l’acqua – ha dichiarato l’A.D. Alessandro Lanfranchi - diamo origine a uno scarico che deve essere trattato prima di essere immesso nuovamente nell’ambiente. Gli impianti di depurazione generano due prodotti: acqua depurata da restituire alla natura e i fanghi la cui gestione comporta un onere operativo ed economico per le aziende del Servizio Idrico Integrato, con una incidenza variabile tra il 15% e il 40% dei costi di gestione dell’impianto di depurazione.

La gestione dei fanghi incide molto nell’attività aziendale di Padania Acque, con un volume annuo pari a 13-14mila tonnellate e un costo medio di 200 euro circa per tonnellata.  Ogni possibile risparmio, anche nella gestione di questa parte del processo produttivo di depurazione delle acque reflue, ha un effetto positivo sul costo dell’acqua che i cittadini pagano». 

Dal tavolo di lavoro di Rimini è emersa una visione convergente rispetto alla necessità di adottare processi e procedure gestionali integrate nella politica di sistema dei fanghi. La filiera dei fanghi, dalla produzione alla destinazione finale, deve sempre tenere conto del principio della riduzione, riciclo e recupero al fine di ridurre l’impatto delle attività dell’uomo sull’ambiente, con lo scopo di ridurre lo smaltimento in discarica - nell’ottica di economia circolare - producendo risorse utilizzabili in altre filiere (biometano, fertilizzanti, gessi di defecazione, fosforo delle ceneri) e recuperando un prodotto di qualità per lo spandimento agricolo.

La sperimentazione, l’efficientamento degli impianti di depurazione e la industrializzazione dei processi di recupero dei fanghi devono impegnare nell’immediato futuro tutti gli attori della filiera, che hanno espresso la esigenza di un adeguato e chiaro quadro normativo.

I fanghi di depurazione non sono un rifiuto bensì un prodotto di valore, ma a partire dal corretto utilizzo della risorsa idrica da parte dei cittadini e dal conseguente corretto trattamento da parte degli operatori del settore. È fondamentale migliorare la comunicazione verso gli utilizzatori finali ovvero il mondo agricolo; investire in ricerca, sviluppo, impianti e processi che consentano, da una parte, di disporre di fanghi di ottima qualità da destinare alla agricoltura e, dall’altra, di puntare al recupero di risorse unitamente al recupero energetico. Non da ultimo, risulta prioritario implementare e rendere sistematici i controlli dell’intera filiera produttiva.

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